Non partite per un EVS.
Mi chiamo Diletta, ho 28 anni e nel 2019 mi sono laureata in giurisprudenza. Gli anni passati sui libri sono stati anni duri, pieni di sacrifici ma comunque felici e colmi di speranze per il futuro.
Il giorno della mia laurea pensavo di aver finito, di essere pronta per entrare nel fatidico “mondo del lavoro”.
Lo scenario post-laurea tuttavia non è stato molto incoraggiante, anzi è stato scandito dalle risposte negative ai centinaia di curriculum inviati in varie parti d’italia.
“ti manca l’esperienza”.
Questo il succo di ogni rifiuto.
Ma, come si è soliti dire, non tutti i mali vengono per nuocere.
Non avevo mai sentito parlare prima della possibilità offerta dall’Europa di partire con i corpi europei di solidarietà ed è stato solo grazie ad una cara amica (reduce da un anno in Romania come volontaria) che ho conosciuto le infinite opportunità che l’Ue mette a disposizione di noi giovani (niente battute, ho 28 anni,
sono ancora giovane!).
Mi sono detta “perché no? Non ho nulla da perdere”.
Cosi a fine Gennaio mentre scorrevo (non troppo carica di aspettative) le varie call di associazioni, mi sono
imbattuta in un progetto che sembrava essere fatto esattamente per me.
Un po’ scettica ho deciso di contattare la MjC di Flers (associazione culturale) che ha accolto positivamente la mia candidatura e mi ha chiesto di partire entro un paio di settimane.
Il 18 febbraio, appoggiandomi agli amici di Oriel di cui avevo già sperimentato la grande professionalità partecipando ad un Erasmus plus in Germania, ho preso il mio bagaglio pieno di maglioni per far fronte al duro clima della Normandia e sono salita a bordo di un volo AirFrance.
Dopo 6 ore di viaggio sono scesa dal treno ed il mio primo pensiero è stato: DOVE SONO FINITA?!
Buio, freddo, pioggia…. È per caso il set di un film horror?
Neanche a dirlo, ho passato la prima sera a piangere (realizzando solo il giorno dopo che in realtà parte della mia emotività era dovuta ad una privazione del sonno che durava da ormai 36 ore al momento dell’arrivo) davanti agli occhi impassibili della mia coinquilina, una ragazza spagnola, Carolina, anche lei volontaria presso la Mjc.
Inizialmente, lo ammetto, avevo scambiato il suo essere impassibile per totale disinteresse. Mai cosa fu più sbagliata: semplicemente non stava vivendo nulla di nuovo, erano le medesime sensazioni sperimentate da lei stessa al suo arrivo in Francia, per cui aveva deciso di adottare la linea del “lasciamola sfogare” e per questo la ringrazio ancora.
La mia avventura quindi inizia tra le lacrime, ma col passare dei giorni, sentivo sempre più di essere nel posto giusto.
La convivenza con Carolina si rivela essere la cosa più naturale che esista, l’associazione e le persone che la compongono sono fantastiche e inaspettatamente imparo velocemente anche il Francese!
Certamente il Covid mi ha messo i bastoni tra le ruote, privandomi di tante sensazioni che avrei dovuto, che avrei voluto, vivere. Ma essere circondata da persone positive come quelle che ho avuto la fortuna di incontrare, tra cui Yvette ed Alain una coppia di pensionati che sono diventati i miei “genitori francesi”, ha reso tutto più semplice.
Certo, vivere il lockdown lontano da casa è stato strano, soprattutto per la sensazione di incertezza creatasi, ma se devo essere onesta, non posso dire di essere stata male.
I miei ricordi legati a questa situazione sono sereni, nonostante i mesi chiusa in casa.
Senza rendermene conto, il 17 agosto ero di nuovo con il mio bagaglio enorme, alla stazione ferroviaria di Flers, esattamente come ero arrivata: in lacrime.
Salutare tutti è stato inaspettatamente intenso (non sono mai stata una persona molto sentimentale) ma ci ha fatto sentire meno soli la promessa di rivedersi appena possibile.
Per questo vi dico, non partite per un Evs se non volete crescere enormemente, incontrare persone che vi mancheranno ogni giorno una volta finito, imparare senza rendervi conto e senza sforzi una nuova lingua, fare la famosa “esperienza” di cui parlavo all’inizio e sentirvi persone nuove. Ecco, non partite se non siete disposti a cambiare, a diventare persone migliori, a diventare davvero Europei.